Mattina di duro lavoro per i bimbi della 1 sezione.
Hanno dovuto spiegate alla Cuoca Smemorata che le verdure non crescono in frigorifero e nemmeno al negozio, ma nell’orto e proprio per questo, li chiamano ortaggi.
Sono stati di fondamentale aiuto per la Cuoca Pasticciona che ha rischiato di far cadere tutte le verdure, mettendo a rischio il pranzo di tutti.
In questa newsletter vi propongo di soffermarci qualche istante sulle nostre abitudini alimentari e su quello che, implicitamente ed esplicitamente, trasmettiamo ai più piccini.
Teniamo a mente che molti dei nostri comportamenti e atteggiamenti, anche in relazione al cibo, sono frutto di condizionamenti culturali (pubblicità, tradizioni locali) e familiari e che spesso agiamo col “pilota automatico” acceso.
Questa espressione sta ad indicare che l’azione del mangiare e i comportamenti ad essa correlati sono talmente strutturati nelle nostre abitudini che difficilmente riusciamo a vedere come molti dei nostri atteggiamenti in realtà siano modificabili nella direzione di una più sana e anche gustosa alimentazione. Allo stesso modo normalmente non accendiamo il riflettore della nostra attenzione sulle modalità con cui ci approcciamo al cibo, al pasto in famiglia e alla preparazione dei pasti insieme ai più piccoli.
Per questo motivo vi propongo un piccolo quiz sugli atteggiamenti verso il cibo e sul contesto psicologico che guida le nostre scelte e i nostri comportamenti da quando andiamo a fare la spesa a quando ci troviamo a casa nella nostra cucina.
Minor impatto ambientale: sappiamo che la produzione di carne e cibi di origine animale ha un impatto ambientale maggiore rispetto alla produzione di cibi di origine vegetale, come appunto i legumi. Gli animali hanno infatti bisogno di elevate quantità di acqua e cereali ed emettono metano che contribuisce ad aumentare le emissioni di gas serra. Non ci sono ormai più dubbi quindi sul fatto che prevedere un pasto a base di proteine vegetali sia uno dei modi migliori per ridurre l’impatto ambientale.
L’indicazione è di cercare di rispondere nel modo più sincero possibile perché è facilmente intuibile quale risposta crei una maggiore accettazione sociale, ma questo gioco può essere visto come un momento di riflessione per esplorare quali sono i nostri reali atteggiamenti verso il cibo!